Pubblicato da: Paolo | 27/01/2017

Tre modi per percepire l’energia sottile

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La percezione delle energie sottili può davvero aiutarci a vivere la nostra vita in modo più consapevole, completo e soddisfacente, distinguendo ciò che risuona con noi da ciò che è bene lasciare perdere. Vediamo come si può fare.

“Il motivo principale che ci spinge alla ricerca radioestesica dovrebbe essere il desiderio di pervenire ad una maggiore coscienza di sé e del rapporto con l’ambiente che ci circonda.

La radioestesia può aiutare l’uomo ad armonizzare la propria vita alle leggi naturali ed a mettersi così in sintonia con la natura che lo circonda”

(da F. Verrico, Magia del pendolo, ed. Mediterranee, Roma 1978).

Di quale energia stiamo parlando?

In fisica l’energia è la capacità di un sistema di compiere un lavoro, come ad esempio applicare una forza a un corpo per determinarne lo spostamento, oppure fornire del calore a un oggetto per innalzarne la temperatura. In ogni caso energia è sinonimo cambiamento, di poter influire in qualche modo sulla realtà.

L’energia sottile rientra benissimo in questa definizione. La chiamiamo “sottile”, per distinguerla dall’energia densa, quella studiata dalla fisica come, ad esempio, quella elettromagnetica.

Tre modi diversi di percepire l’energia sottile

Le tecniche di percezione dell’energia sottile si possono distinguere in due grandi ambiti: da una parte quelle che utilizzano strumenti, dall’altra le metodiche che non ne fanno uso.

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La prima modalità di percezione si avvale dell’utilizzo di uno strumento per amplificare i micromovimenti muscolari inconsci che un operatore allenato fa corrispondere a stimoli ricevuti a livello vibratorio sottile. Classico strumento è il pendolino radioestesico.
In pratica la cosa assomiglia molto a quello che avviene in un musicista che, all’inizio del suo percorso, deve imparare (a fatica) a far corrispondere le note che legge sullo spartito con determinate posizioni delle sue mani (o di altre parti del suo corpo, basti pensare a un suonatore di trombone o a un batterista). L’allenamento consiste nel forgiare la memoria corporea, che collegherà ben presto alle intenzioni del suonatore precise posizioni e movimenti sul suo strumento. Ad un certo punto gli sarà sufficiente pensare alla nota affinché le dita le mani o le braccia si posizionino in modo perfetto per eseguire ciò che è richiesto dal brano musicale.
Allo stesso modo un radioestesista, dopo un congruo periodo di allenamento, non dovrà più badare a che il movimento dello strumento radioestesico sia coerente con quello che studia, o che non sia influenzato dalle proprie aspettative. Grazie alla fluidità acquisita nell’allenamento, nel momento in cui si pone a testare qualcosa, si concentra esclusivamente sulla domanda e sull’oggetto da esaminare, e lascia che il suo corpo, o meglio il suo intero sistema,  gli indichi la risposta attraverso i movimenti di cui sopra.
I radioestesisti chiamano il codice per passare dal movimento all’informazione convenzione mentale. Ad esempio, l’oscillazione del pendolino radioestesico può indicare un “sì” o un “no”, oppure l’aprirsi o chiudersi delle bacchette a L (altra diavoleria tipica dei radioestesisti!) il raggiungimento di un soglia energetica o altro.
Potete trovare informazioni più dettagliate sulla radioestesia nel post Radiestesia: la più antica delle discipline sottili in cui illustro anche tutti i possibili casi di applicazione di questa metodologia.

Percepire con le mani

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La seconda modalità di percezione riguarda l’uso del nostro meraviglioso strumento naturale: il corpo.
Nel Pranic Healing di Master Choa Kok Sui e nella Terapia Energo-Vibrazionale (TEV) di Roberto Zamperini  viene utilizzato i cosiddetto palming , ossia si utilizzano le mani, con i loro meravigliosi e sensibili chakra, per associare a sensazioni fisiche percepite informazioni sulle energie operanti, informazioni che possono arrivare anche a un certo grado di dettaglio.
Su questa tecnica, e a chi vuole approfondire seriamente il tema delle energie sottili e della multidimensionalità della natura e dell’uomo, consiglio caldamente i libri di Roberto, di cui parlo anche in un post quiPer ogni altra informazione sulla TEV potete consultare il sito della CRESS.

Un’alternativa al palming è rappresentata dall’utilizzo del biocampo , o test bioenergetico di cui uno dei migliori cultori è Stéphane Cardinaux.
Per biocampo in questo caso intendiamo l’insieme delle energie che vibrano sul piano eterico. E’ disposto a strati intorno al corpo fisico, e con un minimo di allenamento, è possibile percepirne lo strato più denso, che si trova ad alcuni cm dal corpo. E’ sufficiente prendere in condizioni neutre la misura del biocampo (ossia la distanza dal nostro corpo fisico dello strato più denso ) e, quindi, spostarsi nel punto che si desidera testare o avvicinare a sé l’oggetto di cui si vuol sapere l’effetto sulla nostra energia, rimisurando l’ampiezza dello strato. La differenza, in base al principio che tutto ciò che è in risonanza con noi espande il biocampo, e al contrario ciò che non è benefico lo fa contrarre, ci indicherà la qualità dell’oggetto .
Potete approfondire l’utilizzo di questa tecnica nel post Come studio i luoghi ad alta energianel paragrafo Radioestesia e altri tipi di approcci.

Ci sarebbe anche un terza modalità di percezione dell’energia, che è quella intuitiva, ossia basata su un mix di sensazioni fisiche, emotive o mentali che, per essere davvero efficace, può essere coltivata solo da chi ha un elevato grado di allineamento dei propri corpi sottili, con un ottimo livello di connessione con tutto ciò che lo circonda e quindi in grado di ottenere informazioni dirette al di là delle impressioni personali e senza degenerare in un insieme di confuse sensazioni.

Che cosa serve per iniziare?

In conclusione, esistono molti modi per passare, come amo dire, dal sentire al sapere, basta solo aver voglia di scoprire quale metodo si adatta di più alla nostra struttura energetica, e essere disposti a passare umilmente un periodo di tempo più o meno lungo ad allenarsi in modo costante, registrando i successi ma anche i tentativi non riusciti cercando di capire quali punti si possono migliorare.

L’ideale è trovare un compagno con cui esercitarsi in modo da avere dei rimandi veloci ed efficaci. Consiglio anche di eseguire i propri test in un bosco, o all’aria aperta, in una situazione piacevole per noi, cosa che aumenta la nostra naturale sensibilità all’energia.


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