Pubblicato da: Paolo | 18/11/2019

Chi muove il pendolino?

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Spesso chi inizia a giocherellare con i pendolino si chiede: ma sono io che lo muovo? o si muove da solo? In un certo senso la risposta corretta è la prima. In questo post vediamo perché e trattiamo l’origine delle informazioni a cui accediamo con la radioestesia.

Conscio, subconscio e inconscio

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Possiamo suddividere, anche se in modo un po’ schematico, l’attività psichica di ciascuno di noi, in tre modalità di funzionamento: conscio, subconscio e inconscio.

Per conscio intendo l’attività cosciente in stato di veglia: a livello cerebrale un elettroencefalogramma (ECG) ci mostrerebbe la produzione di una grande quantità di onde beta, onde veloci, ad alta frequenza.

Mi piace invece definire il subconscio come il nostro sistema di sicurezza. E’ il serbatoio dei nostri piccoli o grandi traumi dell’infanzia, i condizionamenti che abbiamo accettato dall’educazione scolastica e, in seguito, i mille paletti costituiti dai condizionamenti sociali. Le norme, i pensieri, le credenze inculcate, i limiti e i freni inibitori costituiscono in noi un sistema che ci impedisce di agire sempre d’impulso, compiere reattivamente gesti avventati e metterci nei guai.

Quando la nostra modalità è focalizzata sul subconscio posiamo registrare la produzione di un gran numero di onde Alfa, caratteristiche del rilassamento. In questo stato, tra l’altro, l’apprendimento viene facilitato enormemente.

Se vuoi approfondire gli stati di coscienza (Alfa, Beta, Gamma, Delta) puoi accedere a questo articolo sulla realtà consensuale.

Concludendo la nostra rassegna arriviamo all’inconscio, il deposito di tutto ciò che abbiamo assorbito inconsapevolmente o nascosto nel nostro abissale regno interiore

Qui troviamo i contenuti sensoriali, emotivi e mentali vissuti in esperienze traumatiche ormai sepolte dal tempo e spesso addirittura rimossi al punto che non ce ne ricordiamo più. Ma da qui possiamo anche recuperare le nostre radici genealogiche, di popolo e di specie, ma questa è un’altra storia.

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A queste tre tradizionali suddivisioni, vorrei aggiungerne una quarta, di cui forse avete già sentito parlare: il Superconscio o Sé Superiore: la nostra “versione di noi stessi” più elevata, in grado di vedere le cose da una prospettiva più allargata.

Radioestesia e stato conscio  

Secondo alcune scuole di pensiero il riflesso radioestesico potrebbe trarre origine dal subconscio. In questo caso, allora, le informazioni che arrivano grazie al pendolino sarebbero mescolate a tutte le pastoie tipiche di questo funzionamento della nostra coscienza.

Quindi la risposta del pendolino sarà inevitabilmente intrecciata alle nostre credenze o ai nostri condizionamenti, oppure, in caso di risposta spiacevole o preoccupante, alle nostre paure e ai confitti più profondi.

E noi non vogliamo peggiorare la nostra situazione… vogliamo migliorarla!

Come fare?

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Raffaello, particolare da La Scuola di Atene

A mio parere, la nostra radioestesia può essere davvero efficace se, durante la ricerca, teniamo a mente queste due direttive:

  1. Poter contare sulla massima risonanza possibile con il soggetto che testiamo
  2. Cercare di fare radioestesia in collegamento con il nostro Sé superiore, l’unica fonte di informazione che possiamo ritenere davvero affidabile.

Tramite lo sviluppo attivo della consapevolezza, l’allenamento e la verifica continua, ma anche con fiducia gioiosa, possiamo collegarci con questa nostra meravigliosa dimensione.

Come si fa a connettersi al nostro Sé superiore?

E’ un’abilità che si può apprendere tramite le tecniche giuste, una pratica costante e un percorso di vita all’insegna della consapevolezza.

Ma non vorrei scoraggiare chi inizia! In ogni caso già dai primi lavori con la radioestesia possiamo ottenere delle risposte che hanno un certo margine di affidabilità.

Anche le risposte che provengono dal nostro subconscio, sebbene non siano totalmente affidabili nell’ambito di certe ricerche, possono essere utili per conoscerci, capire come funzioniamo, quali nostri limiti stiamo toccando attraversando la barriera del nostro conscio, e per verificare quali tematiche di ricerca nella radioestesia sono per noi più ardue o delicate in quanto connesse con strutture subconscie non ancora consapevolizzate.

In questo la radioestesia è un formidabile strumento di autoconoscenza.

Come faccio a sapere se sono collegato al mio Sé Superiore?

Quando facciamo una domanda radioestesica, come possiamo capire in effetti che la risposta proviene dai “piani superiori” della nostra coscienza, e non da qualche proiezione subconscia o, peggio, dalle profondità ambigue dell’inconscio?

La risposta definitiva arriva con la constatazione della verità che si dispiega di fronte ai nostri occhi dopo la ricerca: l’esperienza ci mostrerà se abbiamo individuato delle informazioni corrette.

Ma c’è una buona notizia!

Esistono a mio parere degli indizi interessanti che possono farci ritenere determinate che informazioni dedotte per via radioestesica possano avere origine dal Sé Superiore:

– Se la risposta ci convince subito;

– Se la risposta è inaspettata, ossia se cozza con quello che già sappiamo o con le nostre aspettative: è già un buon segno che le informazioni non provengono dalla nostra mente razionale.

Questi, ripeto, sono solo degli indizi  da approfondire poi nell’esperienza quotidiana.

 

E allora chi muove il pendolino?

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Ritorno alla domanda con cui abbiamo aperto questo post, e a questo punto possiamo dare una risposta:

il pendolino lo muovi tu.

Ma non nel senso di “volontariamente tu”.

In altre parole, se sai applicare bene la tua facoltà radioestesica,

–  non sei tu a condizionare mentalmente il movimento del pendolino,

– e naturalmente, non lo muovi di proposito….

… e a rispondere è in parte il tuo subconscio, e, se i tuoi canali di accesso sono puliti, in parte anche il tuo Sé Superiore, ossia “tu” in versione più ampia, in grado di vedere in modo più esteso la realtà e di fornirti le informazioni giuste.

E tu che hai appena finito di leggere, hai qualche esperienza da raccontare? Puoi farlo sotto forma di commento qui sotto.


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