Pubblicato da: Paolo | 21/05/2017

Schermarsi dall’energia negativa?

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Molti mi chiedono come ci si scherma dall’energia negativa di luoghi, persone o situazioni. Cerchiamo di capire qual’è la migliore protezione, evitando la paura che può rallentare la nostra crescita.

Diversi modi di proteggersi

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In molte discipline esoteriche e in testi della tradizione (soprattuto quelli di matrice ermetica e gnostica, ma anche nella più moderna Radioestesia o nella Radionica) possiamo trovare la descrizione di pratiche per la protezione dell’operatore da energie e influenze ostili, potenzialmente destabilizzanti o in generale “negative”.
Queste pratiche consistono in complessi rituali, invocazioni o preghiere, oppure nella preparazione di amuleti o altri dispositivi a energia sottile. Oggi a questi procedimenti diamo il nome, che a noi pare più moderno, di scudi o schermature energetiche.

Le schermature sono di diverso tipo, a seconda dell’ambito in cui operano e della qualità vibratoria delle energie da cui vogliamo proteggerci.

Abbiamo dispositivi per le nocività a livello fisico e/o eterico o fisico, dunque dagli inquinamenti, o dalle interferenze elettromagnetiche, fattori di cui oggi si comincia a parlare diffusamente in modo esplicito.
Ad esempio abbiamo una sentenza del Tribunale di Ivrea di cui probabilmente avrete sentito parlare. Un altro caso è quello del dibattito e delle prove cliniche sulla criticità dell’uso dei LED per la salute biologica egli esseri viventi (provate a vedere questo video, a partire dal minuto 1h 29m 50s).
In ambito più esoterico, che interessa quindi più da vicino gli operatori olistici e le persone sensibili, gli scudi più richiesti sono:

  • quelli per gli inquinanti psichici degli ambienti, come le forme-pensiero, le memorie psichiche, anche provenienti da abitanti precedenti,
  • gli scudi per difendersi dagli attacchi energetici veri e propri rivolti verso di noi, attraverso la proiezione più o meno cosciente o volontaria di emozioni e pensieri negativi. Ecco un elenco delle proiezioni emozionali più dannose:

1. la rabbia
2. l’odio
3. l’invidia
4. il disprezzo
5. la gelosia.

  • Una terza categoria di protezione o di aiuto riguarda il livello mentale. Si tratta di procedure e protezioni finalizzate a pensare più chiaramente o per evitare di essere coinvolti da energie che ci sporcano spesso in modo  persistente. Ad esempio ci sono protezioni contro l’ energia snob, che è una sorta di combinazione delle emozioni 3 e 4.
    Esistono poi anche le pratiche per la protezione spirituale, di solito praticate dagli operatori energetici o da chi fa un particolare percorso di insegnamento delle pratiche olistiche.

Chi pecora si fa, lupo se lo mangia

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Ecco i limiti e possibili pericoli delle pratiche di protezione energetica:

1) Diventare insensibili. Uno degli aspetti non positivi del proteggersi è che si diventa meno sensibili all’interazione con l’ambiente esterno. Ad esempio, se siamo terapeuti (e la faccenda si fa più grave nel caso di terapeuti olistici) e ci facciamo uno scudo protettivo prima di interagire con un cliente, il rischio è quello di non riuscire a entrare in empatia e in risonanza energetica con lui, e di vedere pesantemente limitato il nostro potenziale di aiuto e l’efficacia del trattamento.

Proteggersi equivale a voler evitare un’esperienza spiacevole. Quando riesce, può sembrare un fatto assolutamente positivo. Ma spesso sono le esperienze più dure quelle che ci portano maggiore crescita e cambiamenti positivi. Quindi chiedere di essere schermati da cose negative è come chiedere: “voglio limitare la mia crescita”.

2) Dichiarare la nostra vulnerabilità. Nel momento in cui ci schermiamo automaticamente dichiariamo all’universo che siamo bisognosi di protezione. Questo può attirare “attenzioni” da parte delle creature predatorie  (sia sottili che incarnate sotto forma di esseri umani, come i vampiri energetici!) interessate alla nostra energia, e inconsciamente stimolare negli esseri umani che abbiamo affinità con la predazione un comportamento maggiormente aggressivo nei nostri confronti.

3) Diventarne paranoici e/o dipendenti. Il rischio, soprattuto quando si fanno delle protezioni che funzionano, è, da una parte, quello di prenderci gusto, ma dall’altra di rischiare di convincerci di essere sempre sotto minaccia, al punto di:

  • andare nel panico per qualsiasi cosa spiacevole ci succede, deducendo di essere stati oggetto di attacchi (paranoia);
  • non poterne fare più a meno di proteggerci, sentendoci inesorabilmente “scoperti“ se, nell’andare a una riunione di lavoro, non ci siamo preparati lo scudo prima!

E questa è dipendenza.

Ma allora schermarci ha un senso?

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L’immagine utilizzata dalla Croce Rossa Italiana per la sua campagna sul cyberbullismo. Vedi https://www.cri.it/cyberbullismo

 

Personalmente, nel caso io debba essere cosciente di ciò che succede in un certo luogo, o quali sono le dinamiche che riguardano una certa situazione (tra me e una persona, o tra me e un ambiente di relazioni), mi guardo bene dal fare uno scudo. Voglio che la mia sensibilità sia al massimo per poter ricavare più informazioni possibili.

Ma ci sono dei casi in cui difendersi è non solo utile, ma pressoché indispensabile. Vediamo quali .

Questi sono alcuni consigli che mi permetto di avanzare, derivanti dalla mia stessa pratica.

1) Utilizzare lo scudo come sensore di avvertimento. Una delle caratteristiche che più apprezzo degli scudi è la loro possibilità di avvertirci quando qualche energia ci sta contattando, lasciandoci la possibilità di scegliere se affrontare o meno una certa situazione, con tutte le spiacevolezze del caso, ma anche con le sorprese positive e spunti di crescita inclusi.
Inoltre se ci rendiamo conto di schermarci sistematicamente prima di affrontare una certa situazione o una persona, la cosa migliore da fare è cambiare il nostro atteggiamento, rimandando, riducendo la frequenza degli incontri o interrompendo la relazione, non schermarci a vita da quest’ultima!

2) Quando non si sta bene. In certi casi siamo obbligati a frequentare un certo luogo (tipo quello di lavoro!) o persone, ma non siamo nella nostra integrità: magari stiamo attraversando un periodo di non buona salute o di crisi personale, o ci è successo qualcosa. Usato in questa ottica preventiva, lo scudo può essere un buon aiuto per affrontare la quotidianità senza riceverne un ulteriore danno, aiutandoci anche sul piano evolutivo.

3) Quando si va incontro a energie pericolose. Questo è un consiglio destinato agli operatori che lavorano con l’energia. Uno scudo leggero, fatto a livello eterico, ad esempio, ci può permettere di interagire con le energie, ricavandone insegnamento, mettendo in conto una necessaria opera di pulizia e di riequilibrio dopo l’avvenuta interazione con il luogo, la persona o la situazione difficile.

Sulla cura dell’operatore e su come ripulire e riequilibrare la propria energia Barbara Ann Brennan dà molti e buoni consigli su una delle sue opere, vedi questa mia recensione del libro Mani di Luce per ulteriori indicazioni.

Fatemi sapere quali sono le vostre esperienze al riguardo!


Risposte

  1. Ciao,
    ti avevo scritto un commento (un po’ off topic) sul tuo post “ogni tanto tutti abbiamo bisogno di conferme” su un argomento che trovo correlato.
    Ti chiedevo se nei “luoghi sacri” ci possono essere dei guardiani e se possono “prendere male” l’approccio volto a indagare le energie sottili presenti.
    Nello specifico io ora sono un po’ timoroso ad andare a “indagare” dopo un’esperienza legata al Santuario di Crea (luogo dove io ho sempre avuto esperienze molto intense).
    Avevo l’abitudine di andarci una volta all’anno, e avevo sempre riscontri positivi. L’ultima volta però, andatoci con approccio indagatore più che da fedele (io parto da una formazione cattolica e sono credente), ero sotto stress per una certa spada di damocle che da mesi speravo non si concretizzasse. Ebbene, tre giorni dopo la mia visita al Santuario, ecco la temuta comunicazione! Da uomo pauroso ho subito collegato le due cose. Poi in realtà, la “spada di damocle” si è risolta nel modo migliore possibile e quindi forse è stato meglio che la comunicazione sia arrivata e la cosa risolta, invece di continuare a sperare in rinvii… però da allora ho un certo timore reverenziale nei confronti dei luoghi ad alta energia.

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    • Buongiorno, grazie per la tua preziosa testimonianza. La risposta alla tua domanda se esistono dei custodi invisibili nei luoghi sacri, la mia personale risposta è: assolutamente sì! Ne ho fatto anch’io esperienza, in alcuni luoghi, anche recentemente.
      Da qui a sconfinare però nel timore eccessivo di indagare i luoghi, ce ne corre. L’ideale, come quando si va a casa di altri, è chiedere il permesso dichiarando la propria buona intenzione, e soprattutto… attendere la risposta. Come si fa, chiederai tu, a sapere la risposta? Personalmente chiedo alle mie Guide, che mi sanno dire i limiti nei quali fare la ricerca per quel giorno, o se evitare del tutto l’operazione. Naturalmente per fruire del luogo in quanto credente non ci sono permessi da chiedere!
      Un abbraccio e… buona connessione!

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      • Grazie della tua risposta! Tornerò alle mie esplorazioni a cuor più leggero. Sulla questione del “chiedere permesso” ero giunto anch’io a conclusioni simili, ora cercherò anche di “ascoltare” eventuali risposte.
        Grazie, ciao.

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      • Grazie a te! Aggiungo che ci sono alcuni luoghi ad alta energia in cui ritorno spesso, nei quali ogni volta chiedo il permesso di entrare, se la mia intenzione è quella di varcare la soglia per motivi di ricerca o di studio. Diverso è il caso in cui l’intenzione è quella di pregare o di raccogliermi in meditazione.

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