Pubblicato da: Paolo | 14/05/2011

Due tombe di giganti: Coddu Vecchiu e Li Lolghi

Fig. 1 – La tomba di giganti di Coddu Vecchiu (foto dell’autore).

Nell’estate del 2010 ho avuto occasione di visitare e di studiare tre importanti siti megalitici in Sardegna: le due “tombe di giganti” di Coddu Vecchiu e di Li Lolghi ad Arzachena (in provincia di Olbia e Tempio).

Le tombe dal punto di vista archeologico

Le tombe di giganti secondo gli archeologi erano antichi luoghi di sepoltura e di culto, ma sono note da millenni anche come siti ad alta energia e dotati di proprietà terapeutiche. Se ne trovano alcune centinaia, sparse un po’ in tutta l’isola. Questa particolare tipologia di monumento è di solito composta da due parti fondamentali:

– L’esedra, formata da una stele centrale (alta fino a 4-4.5 m), di forma semiellittica superiormente e decorata con una cornice, che presenta un’apertura (portello) alla base, e da una serie di pietre verticali (ortostili) posizionate ai suoi lati (v. fig. 1). L’area prospiciente all’esedra era probabilmente destinata alla celebrazione dei rituali;

– La camera funeraria, situata posteriormente all’esedra, a forma di tumulo allungato, di cui sono visibili in alcuni casi soltanto le strutture di sostegno in pietra, essendo oggi scomparsa l’originaria copertura di terra e altro materiale. Si tratta della parte più antica, destinata alla sepoltura vera e propria.

Fig. 2 – La tomba di giganti di Li Lolghi (foto dell’autore).

La datazione di alcune suppellettili e ceramiche ritrovate dagli archeologi in due campagne di scavo condotte nel 1959 e 1966 fa supporre che Coddu Vecchiu e Li Lolghi (fig. 2) fossero frequentati anche nell’età nuragica (a partire dal 1500 a.C.), ma gli studiosi ritengono che l’epoca della prima fase di edificazione di entrambi i monumenti sia antecedente. I materiali ritrovati ne suggeriscono infatti la frequentazione e l’utilizzo sicuramente a partire dell’età del Bronzo Antico (1800-1600 a.C.) [1]

L’analisi energetica

Dal punto di vista energetico entrambe le tombe presentano un tasso vibratorio (la quantità di energia presente) piuttosto elevato, simile a quello che si riscontra nei santuari come ad esempio nella Sacra di San Michele, imponente complesso architettonico del X secolo, a metà tra concezione del romanico e dell’allora nascente gotico, che si trova all’imbocco della Valle di Susa, in provincia di Torino, che ho visitato, sperimentato e studiato qualche anno fa.

Ritornando alle nostre tombe sarde, l’analisi delle qualità energetiche di ogni singola pietra delle esedre dei due monumenti megalitici mi permette di dire che i due siti sono sicuramente dotati di energia altamente benefica per tutti gli esseri viventi, e in particolare per l’essere umano. Possiamo quindi definirli senza dubbio, con un’espressione che qui abbiamo già utilizzato, luoghi ad alta energia.

Ho infatti riscontrato in entrambe le tombe una forte circolazione di energia lungo l’esedra (da sinistra a destra ponendosi di fronte al monumento) e sull’asse centrale del tumulo funerario (a partire dall’estremità posteriore a quella anteriore). Vedi in fig. 3 una vista posteriore della tomba di Coddu Vecchiu.

Fig. 3 – una vista delle imponenti stele di copertura di Coddu Vecchiu.

La gigantotarapia

Ancora oggi alcuni abitanti dell’isola usano praticare la cosiddetta gigantoterapia, che consiste nel sedersi o sdraiarsi vicino alle pietre dell’esedra o addirittura ponendo il proprio capo all’interno del portello. In questo caso, a causa di quel meccanismo di circolazione dell’energia sull’asse centrale di cui scrivevo poc’anzi, lo sperimentatore viene percorso da capo a piedi da un flusso particolarmente forte. Da numerose sperimentazioni gli esperti di gigantoterapia ritengono infatti che la permanenza nel sito a fini terapeutici non debba superare i trenta minuti al giorno.

Questi rituali moderni riecheggiano in qualche modo l’antica usanza dell’incubazione, descritta anche da Aristotele e da altri autori classici sia greci che latini. Gli antichi pazienti si sdraiavano davanti all’esedra restando per giorni in uno stato di apparente dormiveglia (vedremo fra poco che potrebbe trattarsi di un ben preciso stato di coscienza indotto dalle energie del luogo) con l’intento di guarire da malanni fisici, dalle ossessioni o per ricevere messaggi dalla divinità. Com’è noto, e come dimostrano anche le mie analisi e le mie esperienze, le tombe di giganti sono infatti anche luoghi in cui si può accedere con una certa facilità ad altre dimensioni di consapevolezza.

Come già detto nel precedente post, quando mi trovo a studiare questi luoghi ho l’abitudine di tenere sotto controllo il mio tasso vibratorio e quello di coloro che eventualmente mi accompagnano.

Nel caso di entrambe le tombe di giganti il tasso vibratorio del nostro gruppo in visita è aumentato in brevissimo tempo, sin dall’ingresso nell’area, fino a raggiungere in poco meno di una trentina di minuti valori piuttosto elevati. L’aumento risultava accelerare ponendosi fisicamente a contatto con le pietre dell’esedra, in particolare con la stele centrale, toccandola con le mani. Questo giustifica che in gigantoterapia ci si sieda o ci si sdrai a contatto con il monumento per ricevere il beneficio dell’energia da esso veicolata.

La sensazione che si prova durante la permanenza in questi siti è in effetti di grande forza, energia, vitalità e serenità. All’eccitazione iniziale dovuta alla grandiosità, solennità, e sacralità del monumento, e all’alta energia sperimentata, è seguita in breve tempo una sensazione di benessere e di leggerezza. Chiunque in possesso di una minima sensibilità può rendersi conto di questi effetti, e molti sono a conoscenza dei poteri di questi siti.

A Coddu Vecchiu non a caso ci siamo intrattenuti in una piacevole discussione con una coppia di turisti, incuriositi dai nostri rilievi, con cui abbiamo confrontato le ipotesi che si possono oggi fare sul significato di questi monumenti, e come tramite essi gli antichi probabilmente riuscissero a utilizzare l’energia di questi luoghi. Presso la tomba di Li Lolghi, invece, mentre effettuavamo la ricerca, abbiamo visto un visitatore raccogliersi in meditazione davanti alla stele centrale.

A proposito di possibili effetti benefici offerti dai due siti vorrei riportare una piccola esperienza personale.

Avevo da circa una settimana una fastidiosa sensazione di bruciore all’inguine a causa di una leggera infiammazione. Appena arrivato a Li Lolghi il dolore ha cominciato ad attenuarsi, fino a scomparire quasi del tutto in pochi minuti. Si è ripresentata, ma in forma attenuata, nelle ore successive alla ricerca, scomparendo poi definitivamente nel giro di due giorni.

Altri notevoli effetti benefici sono stati documentati presso questi e altri siti nuragici da Mauro Aresu e dai suoi collaboratori dell’associazione sarda Uomo, Natura Energia che si occupa di ricerche in questo campo e di cui consiglio la visione del sito al link qui indicato.

Le tombe di giganti erano quindi sia luoghi di culto, sia di guarigione, dato che nell’antichità le pratiche terapeutiche non erano praticamente mai disgiunte da quelle religiose. Si ritiene che alcuni sacerdoti-sciamani con una particolare sensibilità per l’energia, al servizio delle comunità che abitavano in questi luoghi, fossero in grado di individuare i luoghi propizi per l’edificazione di questi monumenti sacri, che avevano lo scopo di concentrare, amplificare e rendere disponibili le energie presenti naturalmente. Oltre alla fondazione e alla direzione delle attività di costruzione  di questi monumenti sacri gli stessi sacerdoti forse si incaricavano di officiare i rituali legati culto dei morti e le pratiche terapeutiche magico-religiose destinate alla salute dei vivi.

Ipotesi sull’utilizzo delle due tombe

L’analisi della distribuzione delle frequenze sottili (chiamate anche dai radiestesisti di matrice franco-belga vibrazioni-colore o onde di forma) e alcuni rilievi più specifici che ho condotto sulle due tombe (vedi figg. 4 e 5) mostrano i seguenti fatti, che presento qui come ipotesi di lavoro.

Innanzitutto una precisazione per la copmpresione dei grafici.

In ognuno di questi due disegni ho raccolto i risultati delle analisi radiestesiche condotte sulle tombe testando con il pendolino le varie parti del sito. Se percorrete il disegno da sinistra a destra si va progressivamente verso frequenze sempre più raffinate; in ordinata trovate quante volte ho riscontrato una determinata frequenza (“occorrenze”).  Salta subito all’occhio che lo spettro , o distribuzione delle energie, è differente per ciascuno dei due monumenti.

fig. 4 – lo spettro sottile di Coddu Vecchiu.

Coddu Vecchiu (vedi fig. 4) era probabilmente destinato a rituali e a pratiche collegate al rapporto fra l’uomo e le dimensioni sottili, alla spiritualità e al culto dei morti. Predominano infatti le energie della spiritualità, raffinate e elevate, in grado di far entrare in immediata risonanza i centri superiori (i chakra Ajna, il frontale e il Coronale).

Fig. 5 – la distribuzione delle energie della seconda tomba di giganti.

Li Lolghi , che mostra una distribuzione orientata invece sia verso le energie più “fisiche” sia quelle più spirituali, veniva invece probabilmente utilizzato per pratiche più specifiche di tipo terapeutico a livello fisico, ma grazie all’azione di pulizia e di armonizzazione svolto dalle frequenze più elevate.

Note

[1] A. A. Ruju e M.L. Ferrarese Ceruti, 1992, pp. 80 e 84.

 


Risposte

  1. Anch’io agli inizi della mia carriera di archeologo rabdomante misurai la tomba di Li Golghi, ma andrei cauto sulle reazioni delle persone…portai mia figlia davanti alla porta della tomba di S’Aiacciu, vandalizzata, situata a Palau, ma dovette togliersi dopo neanche pochi minuti, perchè il suo braccio cominciò a tremare…misurata con l’apparecchio Zener tecnica Ryodoraku che misura il profilo dei meridiani energetici dell’agopuntura, aveva subìto uno squilibrio rispetto alla misurazione precedente…
    Ciò dimostra che, come diceva il buon Lewis, archeologo rabdomante anglosassone, alcune persone possono avere disturbi e malesseri x la troppa energia, quindi consiglio sempre di mettersi ai lati dell’esedra (l’energia é di tipo centrifugo, massima al centro dove la porta della stele ,e meno alla periferia)

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